“L’Intelligenza Artificiale non serve specificatamente a fare qualcosa, ma è in grado di cambiare il modo con cui facciamo le cose. Sicuramente uno dei campi di applicazione dell’AI sarà quello dell’educazione, dove potrà essere utilizzata per soddisfare e riconoscere o riconoscere e soddisfare quelli che sono i bisogni formativi dei singoli, offrendo percorsi personalizzati”, ha affermato Padre Benanti, che da anni svolge anche il ruolo di Professore presso la Pontificia Università Gregoriana (unico italiano nel Comitato sull’Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite). In merito ai cambiamenti che l’AI porterà nel mondo del lavoro, ha aggiunto: “Ogni processo innovativo ha avuto una ricaduta sulle professioni. Non c’è tecnologia innovativa che non abbia fatto estinguere una serie di lavori e, in certa misura, determinato la nascita di altri. L’impatto più alto dell’AI sarà nel terziario, cioè in quelle attività professionali che potremmo definire intellettive o intellettuali. È lì che vedremo i maggiori cambiamenti. Ma affinché siano positivi, non basta l’innovazione di per sé; bisogna trasformare l’innovazione in una forma di sviluppo, con un’attenzione particolare alla qualità di vita del lavoratore”.