Insegno da un anno e mezzo in una scuola professionale regionale.
Scuole dove i ragazzi non vedono l’ora di andare a lavorare e che ritengono le ore di lezione, di formazione non pratica, ore inutili, tempo perso.
Ho provato più volte a motivarli, a parlare di Barbiana, a cercare di far capire che la scuola è una conquista, una opportunità, che fino a non molti anni fa alla loro età sarebbero stati già da anni a lavorare nei campi, in miniera, come apprendisti, … Che le donne avrebbero già avuto figli, magari essendo state costrette a sposare uomini maturi.
Avevano ascoltato, magari compreso ma sicuramente erano rimasti discorsi di un lontano passato, avulsi dalla realtà.
Ieri ho fatto loro la prima lezione online.
Le domande mi sono venute spontanee: ma non siete stufi di stare a casa? Non vorreste tornare a scuola?
Il coronavirus sta facendo apprezzare loro l’importanza della scuola, dell’andare a scuola, forse non ancora della formazione ma sicuramente dello stare assieme, del crescere assieme, dell’amicizia.
Questo mi fa venire in mente quando mi stavano stretti i piccoli paesi, cittadine dove avevo abitato. Poi andato a lavorare a Milano non vedevo l’ora che arrivasse il fine settimana per rientrare a casa nel paese, rivedere i soliti amici.
Incredibile come per capire il valore di quello che si ha spesso si debba perderlo.
Fabrizio (at) Pivari.com
Storytelling aziendale e non